Chi di noi non ha mai mangiato fichi in vita sua?
Ebbene forse non tutti conoscono davvero questi frutti cosi gustosi e dolci.
Prima di tutto bisogna specificare che i fichi, contrariamente a quanto si pensa non sono un frutto ma bensì un fiore.
Gli alberi praticamente non fioriscono come le mele o le pesche ma i loro fiori sbocciano all’interno del baccello che poi matura e diventa il frutto che conosciamo.
Dentro ogni fico ci sono dei piccoli semetti che in realtà sono i suoi frutti e si chiamano acheni.
Ma perché i fichi potrebbero avere insetti al loro interno?
Perché il fico vive da milioni di anni in simbiosi con una piccola vespa con la quale ha un rapporto di Interdipendenza: la vespa del fico ha il compito di far riprodurre il suo albero.
Datosi che il fiore del fico sboccia internamente non può subire il classico processo di impollinazione e quindi entra in azione questo insetto.
Il procedimento è molto particolare ed è chiamato “mutualismo obbligato”, perché nessuno dei due può sopravvivere senza l’altro, anche se spesso la vespa viene sacrificata.
In pratica la vespa femmina entra nell’infiorescenza del fico attraverso un piccolo foro, per impollinare e deporre le uova. Quando vi entra perde le ali e le antenne ed è quindi destinata a rimanere lì.
Se ha scelto un fico maschio troverà lo spazio per deporre le sue larve che svilupperanno ed una volta adulte verranno fecondate dalle vespe maschio.
Se invece ha scelto un fico femmina non ci sarà spazio per le larve e morirà lasciando però comunque il polline nella pianta.
Cosi potremo trovarci una vespa morta tra i denti mangiando un fico?
In realtà l’insetto che rimane dentro viene sintetizzato da un enzima della pianta che si chiama ficina, che lo trasforma in proteine.
Quindi non è proprio corretto affermare che all’interno di ogni fico si trova una vespa morta.
Se ci piacciono continuiamo tranquillamente a mangiare i nostri fichi!
Una piccola curiosità:
non tutti i fichi però contengono insetti al loro interno. Alcuni vanno a maturazione “partenocarpia”, cioè senza bisogno di fecondazione.
La natura trova sempre strade alternative!
