Parlare ai propri cari che non ci sono più aiuta ad elaborare il dolore e migliora la salute mentale. Gli esperti spiegano il perché
I suggerimenti per affrontare una perdita dolorosa e il grande vuoto lasciato da chi è volato via
L’esperienza del dolore e della perdita di una persona cara è un fatto privato che, ogni persona, vive in maniera molto personale. Secondo ricerche condotte nel campo della psicologia parlare ai propri cari che sono andati può aiutare a gestire il dolore.
Alison Forti, assistente professore presso il Dipartimento di consulenza della Wake Forest University, dice con molta franchezza al riguardo:
“Parlare a voce alta a una persona cara che è deceduta, sia al cimitero che a casa, è utile per molte persone nella gestione ed elaborazione del proprio lutto”.
Parlare ai propri cari, è bene sottolinearlo, non ha niente a che fare con un fenomeno, quello dello spiritismo, che sta prendendo sempre più piede.
Queste pratiche non hanno infatti uno scopo terapeutico e, molte volte, sono mosse da desideri e finalità che con il lutto hanno poco a che fare.
Mentre, come dicevamo, parlare ai nostri cari, sia quando si è soli, sia con un messaggio, è un atto intimo e amichevole capace di produrre effetti benefici.
Sherrie Campbell, psicologa, spiega come la gestione del lutto richieda tempo e necessiti di un approccio che, ogni persona, vive in modo molto intimo e personale.
“Quando qualcuno ci viene portato via attraverso la morte, ci vuole tempo perché il cuore si liberi. Ci sono spesso tante cose non dette, emozioni ed esperienze che vogliamo continuare a condividere”.
Per questo la dottoressa Campebell suggerisce ai parenti di mantenere quel dialogo spesso interrotto in maniera improvvisa e traumatica.
Parlare ai propri cari, lasciare brevi messaggi, sono tutti modi che mantengono vivo il ricordo e aiutano nell’elaborazione del lutto.
“Molte persone, continua la Dottoressa Campbell, credono che l’elaborazione del lutto sia un processo lineare.
Tuttavia, il dolore arriva a ondate e può colpire le persone quando meno se lo aspettano. E,tornare con la stessa intensità dopo parecchio tempo da quando si è verificato l’evento”.
Per questo il semplice atto di parlare ai propri cari, sedersi e dialogare con loro, rende meno dolorosa l’assenza, affievolisce quel buio nel quale si trova immerso chi sperimenta un lutto improvviso.
La psicologa dà un ulteriore consiglio ai suoi pazienti. Quello di scrivere lettere nelle quali lasciar fluire senza inibizioni i propri pensieri e le proprie emozioni.
Al contrario, tenere stretto il dolore, non lasciare che esso segua il suo percorso, provoca un’apparente negazione dello stesso.
Qualcosa che si crede possa essere utile, dimenticando che alla prima occasione, un semplice ricordo, farà ripiombare nella stessa situazione vissuta al momento della perdita.
Non bisogna vergognarsi di parlare ai propri cari che non ci sono più. Ed è bello pensare che in qualche modo, questo dialogo, arrivi fino a loro.
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