Siamo in Cina, nella città di Zhuzhou. Qui si è tenuto a battesimo il primo tram elettrico. Un tram pensato ed ideato con un occhio attento all’ambiente e al problema dell’inquinamento atmosferico.
In Cina, ma come in ogni altro centro urbano del resto del mondo, le soglie di inquinamento hanno raggiunto ormai soglie di allarme inverosimili.
C’è urgenza di misure che impediscano un disastro imminente. Di una presa di coscienza seria, veloce. Obbligatoria.
E in Cina, appunto, si è deciso di promuovere una rete di mezzi pubblici ecologici. Ed ecco che quindi nasce ART.
Come funziona il primo tram elettrico ed ecologico?
ART si muove grazie ad una batteria al litio. La sua durata copre circa 25 Km e si ricarica in soli 10 minuti.
Il tram è strutturato in tre carrozze, misura 32 metri, è largo 2,65 metri ed ha un’altezza di 3,4 metri. Al suo interno trovano posto ben 307 persone e raggiunge una velocità massima di 70 chilometri orari.
Il tram ecologico non si muove come i comuni tram su delle rotaie, ma si muove su delle speciali linee bianche dipinte sulla strada. Chiaramente si tratta di una speciale vernice.
Dotato di sensori speciali, il tram è in grado di rilevare la viabilità e gli eventuali ostacoli sulla carreggiata.
Si avvale quindi di una guida autonoma, senza cioè, la presenza di un autista. È comunque fornito di una cabina per il guidatore, una presenza inizialmente necessaria affinché tutte le verifiche e i collaudi risultino sicuri e soddisfacenti.
Un futuro sempre più green
Art, il cui nome sta per Autonomous rail transit, risponde in maniera decisamente positiva a tutti i parametri necessari per ridurre l’inquinamento atmosferico.
I costi di realizzazione sono assolutamente allettanti, di molto inferiori ai costi di una metropolitana tradizionale per esempio.
La Cina nella realizzazione di questo progetto che vedrà negli anni una diffusione notevole dei tram ecologici, ha dimostrato un’intelligenza ambientale ormai di vitale importanza.
Non è più solo una questione di sensibilità e di rispetto per l’ambiente, ma una vera e propria urgenza di rimediare e ridurre l’inquinamento.
Cosa ne pensate? Pensate sia possibile questo tipo di tecnologia green anche in Italia?
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