Una donna denuncia la compagnia aerea rivendicando il suo titolo di dottore, ritenendolo meritevole di rispetto e da preferire al canonico appellativo signora. Siobhan O’Dwyer ha criticato aspramente il personale di una compagnia aerea per non averla chiamata “dottoressa”. La donna che è un’insegnante, non ha gradito la condotta dei dipendenti della Qantas Airways, perché si sono limitati a chiamarla, come è abitudine consolidata, “signora” invece che “dottore”, anche se questo è il titolo scritto sul suo biglietto.
Dopo aver volato con la compagnia, Siobhan ha lamentato questa mancanza di rispetto, da lei ritenuta deprecabile, e così ha scritto su Twitter un commento al vetriolo. Bacchettando la compagnia aerea ha scritto un tweet in cui ha denunciato quella che secondo il suo punto di vista è stata una grave pecca. “Ciao @Qantas, mi chiamo Dr. O’Dwyer. Il mio biglietto dice ‘dott. O’Dwyer’. Nel guardare il biglietto e poi me non pensare che sia un errore e non chiamarmi signora O’Dwyer. Non ho passato 8 anni all’università per essere chiamata signora”.
Una donna denuncia la compagnia aerea
Siobhan O’Dwyer che lavora nel Regno Unito, dopo aver ricevuto un premio alla Exeter Medical School pretende che tutti conoscano le sue qualifiche. Per questo ha deciso di sfogarsi sui social scatenando però un putiferio: in seguito al suo tweet, gli internauti l’hanno presa di mira beffardamente, non tralasciando critiche ed accuse. Invece la compagnia Qantas Airways ha deciso di risponderle in modo diplomatico e cortese: “Siamo estremamente orgogliosi del nostro equipaggio, che serve rispettosamente i nostri clienti ogni giorno e svolge un ruolo vitale nella loro sicurezza”.
Ma la donna dopo aver ricevuto una valanga di commenti negativi, dopo la sua lagnanza social, si è riaffacciata su social. Così ha pubblicato un nuovo messaggio di contestazione affidato sempre al suo account Twitter nel quale ha scritto: “Non si tratta del mio ego. Si tratta di mettere in luce uno dei tanti casi di sessismi che le donne subiscono ogni giorno. Non si tratta del titolo, ma del fatto che questo non sarebbe successo se fossi stato un uomo”.